Roberta Mameli. Una Cantata profana per voce cristallina
La forma della “Cantata” barocca, profana o sacra, è senza dubbio una delle più riuscite sintesi dell’estetica espressiva del periodo, unendo al suo interno alcune delle modalità compositive più importanti ed efficaci, siano esse solo strumentali, vocali-strumentali, corali, o per voce sola, accompagnata o in recitativi “secchi”, cioè solo con il cembalo. Nell’affascinante CD oggi preso in considerazione la forma prescelta è quella della Cantata profana. La giovane etichetta indipendente Ayros propone un CD händeliano nel quale l’ensemble “Contrasto Armonico” (Stefan Plewniak, Enrique Gomez-Cabrero Fernàndez, violini, Marta Semkiw, cello e Marco Vitale, clavicembalo e direzione) accompagna la splendida voce di Roberta Mameli, soprano, in quattro arie, primo passo di un ambizioso progetto di registrazione integrale.
Gli appassionati del melodramma barocco e del repertorio vocale già conoscono la bravura di Roberta Mameli, protagonista planetaria di importanti rappresentazioni con i più famosi ensemble. Anche in quest’occasione l’ascolto della sua voce e della sua interpretazione è puro godimento dei sensi ed ammirata constatazione della bellezza e duttilità del suo timbro.
Un’occhiata al numero d’opera delle Cantate registrate fa capire che appartengono al periodo “italiano”,romano in particolare, di Händel, che proprio con il suo “italienische Reise” affinò lo stile assimilando alcune caratteristiche della scuola italiana. Le sue esibizioni al cospetto dei vari cardinali Pamphilj, Ottoboni, Colonnama anche del marchese Ruspoli entusiasmarono i romani, e l’ascolto di questa Cantata ci fa capire perché il pubblico rimanesse estasiato ascoltando le sue composizioni.
La Cantata profana dal punto di vista formale in fondo è semplice: una successione di recitativi ed arie che possano rappresentare gli “affetti” desunti dal testo utilizzato. La grandezza del compositore emerge ovviamente dal modo in cui utilizza il linguaggio a disposizione ed Händel raggiunge in questi casi vette insuperate.
L’ascolto della prima cantata presente nel CD materializza questa abilità: dopo un rarefatto recitativo iniziale, l’aria “Zeffiretti, deh venite” è una dichiarazione di dolcezza e languida tenerezza splendidamente interpretata dalla Mameli, che cattura subito l’attenzione dell’ascoltatore conducendolo per mano in mondo fatato e sognante.
Emerge da subito con questa cantata sia l’ottima presa di suono, nella quale è data la giusta presenza alla voce ed un ideale supporto timbrico del violino e del continuo, sia l’abilità degli esecutori nel sostenere ed evidenziare levariazioni espressive e gli “affetti” della voce umana.
Le tracce successive sono un susseguirsi di momenti di raffinata interpretazione, nei quali anche i recitativi, che troppo spesso rischiano di essere sviliti della loro funzione espressiva e declassati a cerniere fra un’aria ed un’altra, mantengono la freschezza la capacità di esprimere momenti di alta poesia (“…discaccia dalla mente la memoria dolente del mio perduto ben, del volto vago, che se lungi è dall’orecchio nel core e nel pensier sempre ho l’imago…”).
Fra le Cantate scelte è presente anche la celebre “Armida abbandonata”, che contiene una delle arie più famose (e belle) di Händel: “Ah crudele!”. Anche in questo caso Roberta Mameli ed il Contrasto Armonicoraggiungono momenti di eccellenza per ispirazione ed interpretazione.
L’ascolto di CD come questo genera anche un altro tipo di riflessione. Ascoltando l’approccio che ha la Mameli con la musica, si percepisce un atteggiamento che non si limita al meccanico aspetto esecutivo e di risoluzione dei problemi tecnici che la scrittura presenta. Come accade quando il musicista supera la soglia del semplice mestiere e diventa “artista”, nell’accezione più nobile e profonda del termine, colui cioè che mette a disposizione di chi ascolta la propria sensibilità e capacità di dare corpo alle emozioni: in quel caso si vive quell’incantesimo che una voce come quella della Mameli può provocare: entrare in sintonia con un universo nel quale le proporzioni e le simmetriediventano nutrimento dell’anima.
Un CD sicuramente da possedere, in attesa di altri che non potranno che confermare il fascino della voce di Roberta Mameli.
Piero Barbareschi