Classe 1977, Antonio Piricone si è diplomato in pianoforte moderno a Catania. I suoi interessi musicali lo hanno condotto a specializzarsi in musica antica, prassi esecutiva e strumenti storici da tasto presso il Conservatorio Reale dell’Aja, specializzandosi sotto la guida di Andreas Staier a Colonia e Sally Sargent a Vienna. Attivo, come solista e come camerista, sia su pianoforte moderno sia sugli strumenti storici a tastiera, ha al suo attivo numerose collaborazioni eccellenti, ad esempio con Claudine Ansermet, Ton Koopman, Roberto Gini, Andreas Staier, il Concerto Köln. Ora è protagonista di questo cd pubblicato da Ayros: meglio, co-protagonista assieme al fortepiano costruito da Carlo de Meglio nel 1826 utilizzato per questa registrazione. Fu Benjamin Britten a definire il sacro triangolo costituito dal compositore, dall’esecutore e dall’ascoltatore. Tre poli che devono essere di qualità perché s’inneschi un produttivo momento di musica. In realtà il concetto vale fino a un certo punto e da un certo punto in poi. È sempre esistito, infatti, un quarto polo: lo strumento. Questo, soprattutto in età remota, quando ancora serializzato, era dotato di una tale “personalità” musicale da rivelarsi di fondamentale importanza per il “carattere” del risultato. Lo si verifica qui: dove la versatilità, il senso dello stile, il nitore tecnico di Piricone sono anche quelle del Carlo de Meglio 1826. Complici le musiche di Mozart (Sonata KV 533/494), Clementi (Sonata op. 40 n. 2), Beethoven (Sonata op. 54) e Giacomo Gotifredo Ferrari (Sonata op. 10 n. 3).
Massimo Rolando Zegna
Amadeus Nr. 334 – September 2017